Concepito nell’ottobre del 1941 da genitori ottimisti, dal 1946 non teme più il buio perché, come ha spiegato Copernico, il Sole torna. Nel 1955 è stato il primo dislessico ufficiale del Cantone Vaud e questo gli ha permesso di andare male in tutto, ma anche di capire quelli che hanno difficoltà. Da bambino, tra le montagne vallesane, utilizza corde, telescopi, coltellini e fiammiferi per esplorare il mondo, tanto che sua mamma scherzando gli disse: “Tu un giorno vincerai il Nobel”. Dopo la tesi di laurea in biofisica a Ginevra e Basilea, le sue ricerche si concentrano sulla microscopia elettronica applicata al DNA, che lo portano negli anni ‘70 a scoprire un fenomeno fondamentale: la vitrificazione dell’acqua, o meglio, come dice lui, la scoperta dell’acqua fredda. Molto fredda. Appassionato del rapporto tra scienza e società è da sempre un cittadino impegnato in questioni sociali. Nel 2017 riceve una telefonata da Stoccolma. Gli comunicano che ha vinto il premio Nobel per la chimica. Si preoccupa perché dovrà indossare dei vestiti eleganti. Peccato che la mamma non l’ha mai potuto sapere.
Durante l’incontro a Lugano, il premio Nobel svizzero Jacques Dubochet, intervistato da Giovanni Pellegri, responsabile de L’ideatorio-USI, racconterà la sua storia, le sue ricerche e il ruolo che la scienza e gli scienziati dovrebbero avere nella nostra società. La conferenza (in francese) è organizzata congiuntamente con L’ideatorio dell’Università della Svizzera italiana e con il Liceo di Lugano 1.
Relatore: Prof. Jacques Dubochet, Dipartimento di ecologia ed evoluzione, Facoltà di biologia e medicina, UNIL
Lunedì 27 settembre 2021, ore 20:30 – Lugano, Aula Magna USI e in diretta streaming all’indirizzo www.usi25.usi.ch
Posti limitati apertura porte ore 19.30.
Per accedere alla conferenza è richiesto il certificato Covid (dai 16 anni)